La cooperativa sociale Alce Blu gestisce in collaborazione con il Consorzio dei servizi sociali Inrete e con la Caritas Diocesana di Ivrea il progetto di recupero e sostegno alimentare alle famiglie indigenti del Canavese.
Il progetto “BOA – Borsa Amica” prevede la raccolta dell’invenduto della grossa distribuzione, il ritiro dei pacchi alimentari del Banco delle opere di Carità e l’acquisto del fresco dai produttori agricoli-sociali del Canavese per comporre borse di sostegno alimentare che andranno, in parziale sostituzione dell’assegno di mantenimento, a circa 250 famiglie seguite dai servizi sociali. Il progetto ha impiegato a tempo parziale tre persone svantaggiate in un percorso di inserimento lavorativo.
“Sono Sara Merlo, volontaria del Servizio Civile Nazionale. Mi occupo principalmente della parte amministrativa del Progetto “BOA – Borsa Amica” cioè di redigere gli elenchi che le persone firmano per ritirare la “BOA – Borsa Amica” e predisporre e ritirare i documenti necessari per aderire al progetto. Mi capita anche di dialogare con le persone che ci forniscono gli alimenti necessari da inserire nelle cassette. A volte hanno bisogno di informazioni sul ritiro, a volte sui documenti necessari per la domanda, a volte hanno solo bisogno di parlare un po’. Per me il Progetto “BOA – Borsa Amica” rappresenta l’aiuto concreto dato alle persone bisognose e in difficoltà e soprattutto la collaborazione tra vari Enti e Cooperative che si aiutano a vicenda al fine di svolgere questo progetto al meglio”.
G.M., beneficiaria della BOA.
G.M., beneficiaria della BOA.
“A volte nella cassetta non c’è molta varietà e allora ci tocca mangiare sempre pasta o sempre riso. Altre volte invece c’è qualcosa di diverso e allora è meglio, siamo contenti. La borsa è un aiuto, i soldi non sono molti. Grazie alla borsa qualcosa sulla spesa risparmio e magari riesco a comprare qualcosa a mia figlia, per la scuola o dei vestiti nuovi. Non è bello fare la coda per avere da mangiare per la tua famiglia. Ma come posso fare? Lavoro per me non ce n’è, faccio qualche ora quando mi chiamano, ma non è mai abbastanza”.