Alpim – Progetto Fiducia percorsi di recupero per minori

Progetto

L’associazione ALPIM prende in carico minori (italiani, stranieri, nomadi) che hanno commesso reato, durante la “messa alla prova” su segnalazione dei servizi sociali del Ministero della Giustizia, e minori a rischio.Attraverso il centro ALPIM Granarolo si pongono le basi di un percorso di recupero tramite vari laboratori, gruppi di discussione, recupero scolastico, attività sportive. Scopo del percorso è un recupero profondo degli adolescenti in vista di uno stabile inserimento nel mondo del lavoro. Ogni anno sono seguiti in questa struttura circa trenta ragazzi.
Le Borse Lavoro continuano l’attività avviata nel centro Granarolo inserendo i giovani in attività lavorative presso artigiani in vista di un possibile inserimento definitivo. Ogni anno 35/50 ragazzi usufruiscono di questo servizio e una decina viene assunta stabilmente.

Testimonianza

Per il periodo Maggio 2009 – Febbraio 2010 (in parte finanziato dalla Fondazione 7 Novembre) l’Alpim ha preso in carico 25 ragazzi presso il Centro Alpim Granarolo (Centro diurno a tempo pieno con mensa) e 45 ragazzi presso il Servizio di Orientamento e progetti di educazione al lavoro.
Ogni anno 6 -7 ragazzi vengono assunti, ma indipendentemente da questo esito, riteniamo che gli interventi lascino il segno, malgrado le difficoltà del percorso, e infatti i ragazzi dimostrano di avere assorbito i concetti e si rivolgono agli educatori, dimostrando di tenerli come punto di riferimento per consigli, per raccontare i loro successi, anche tempo dopo essere usciti dal servizio, qualche volta per ringraziare. Come un ragazzo che dopo essere stato con noi in un lungo percorso, è tornato portando un fratello più piccolo, appena arrivato in Italia dicendo se potevamo prenderlo in carico perché non voleva che facesse le fesserie che aveva fatto lui…
Da parecchi anni seguiamo una ragazza che dopo aver dato la maturità con corsi serali, è entrata all’Università, Facoltà di Igiene dentale. Attualmente è al terzo anno, ha dato tutti gli esami, lavora part time, è una persona inserita, attiva, positiva. Pensando da dove è partita pare un miracolo.
Un momento importante nel cammino è l’imbarco su “Nave Italia” gestita dalla Marina Militare insieme con la Fondazione che fa capo allo Yacht Club Italiano, reso possibile da un finanziamento privato di un Consigliere Alpim.: l’inserimento in questo contesto, ancorché per brevi periodi, si è dimostrato molto importante come educazione alla disciplina, al rispetto delle regole, alla convivenza in spazi ristretti ecc.
Segnaliamo due avvenimenti recenti: uno dei nostri ragazzi in un imbarco di una settimana con un educatore e con un gruppo di ragazzi down, ha ricevuto da uno di questi un pugno sul naso e non ha reagito, dicendo poi all’educatore “sai per la prima volta ho capito che non potevo rispondere con violenza”.
Un altro ragazzo, dopo un imbarco di un’altra settimana, ha manifestato l’intenzione di chiedere di entrare nella Marina Militare.
Sono piccoli indizi del percorso, faticoso, che questi ragazzi stanno facendo, ma naturalmente ci sono anche gli insuccessi perché è molto importante il contesto in cui questi ragazzi vivono: infatti solo pochi sono in comunità, la maggior parte dei nostri ragazzi vivono in famiglia o in sistemazioni di vario genere e incidere sul loro contesto di vita è assai difficile, per questo è importante poterli almeno inserire in un sano contesto di lavoro.
L’Alpim opera dal 1989. In oltre vent’anni di attività abbiamo visto cambiare le nazionalità (inizialmente tutti italiani, poi tanti albanesi e maghrebini, ora tanti sudamericani), ma soprattutto la mentalità dei giovani è profondamente mutata e oggi si constata una povertà di risorse spirituali e intellettive veramente preoccupante anche per l’influenza dell’uso di sostanze. Intensa è quindi la collaborazione con i Servizi (Ser.t, Salute Mentale ecc.) ma, come è noto, questa situazione porta a “curare” persone in un certo senso inafferrabili perché sempre più labile è la possibilità di agganciarli e aiutarli a crescere.
Un altro problema veramente serio è costituito dai continui tagli che vengono fatti ai finanziamenti: il Ministero della Giustizia ha emesso per il 2010/2011 un bando per gli interventi del settore penale, che l’Alpim ha vinto. Ma, malgrado l’associazione tenga uno stretto controllo sulle spese e malgrado il notevole apporto dei volontari, l’importo erogato copre più o meno la metà delle spese effettive e l’associazione deve perciò darsi da fare per ottenere finanziamenti privati; Il Comune di Genova ha istituito cinque anni fa i Centri Servizi, facciamo parte del Centro Servizi Centro Est con un finanziamento per i casi civili, ma il contratto è prorogato al 31/12/2010 e poi… Chi lo sa?”